La motivazione allo studio, come verso qualsiasi altra attività, può essere
"intrinseca" o "estrinseca".
La prima è sostanzialmente rappresentata dall'interesse verso il contenuto dello studio, e ha un valore trainante per lo svolgimento dell'attività scolastiche. La seconda è invece
rappresentata da tutti i vantaggi secondari, o secondi fini, perseguibili tramite lo svolgimento dell'attività stessa.
Il bambino e il ragazzo può tuttavia trovare in sé le risorse che lo motivano ad affrontare varie attività scolastiche che al momento sente di dover svolgere soltanto per forza.
Un modo per trovare tali risorse è riuscire a vedere alcuni benefici a lunga scadenza dell'attività che non piace al ragazzo, cioè lo studio.
Trovare una motivazione intrinseca per ogni attività produce inevitabilmente migliori risultati.
La scarsa motivazione allo studio può derivare da esperienze negative e prestazioni non adeguate che deludono chi le subisce provocando atteggiamenti negativi nei confronti dell'istituzione scolastica.
Un atteggiamento positivo predispone invece l'allievo ad accettare le condizioni tipiche di un'organizzazione scolastica, a conformarsi alle sue norme e a porsi in un atteggiamento disponibile all'apprendimento. Diverso è l'atteggiamento di chi manifesta una posizione avversa, rifiutando, insieme alle regole di comportamento, anche le opportunità di apprendere.
Un altro aspetto di grande importanza della motivazione allo studio è quello legato agli aspetti dell'attribuzione causale. In generale, di fronte a risultati negativi nello studio, i ragazzi sono poco propensi ad attribuirne le cause alla propria inadeguatezza o a scarsa applicazione. Spesso i ragazzi si affidano a rituali scaramantici o a "portafortuna" per allontanare la cattiva sorte dall'esito degli esami. Non si può negare che qualche volta si verifichino eventi casuali che influiscono positivamente su qualsiasi tipo di attività, è sbagliato però affidarsi completamente alla fortuna per ottenere risultati positivi. Questo tipo di atteggiamento escluderebbe ogni impegno da parte del soggetto interessato che potrebbe così attribuire l'insuccesso a cause esterne anzichè esaminare i motivi che lo hanno determinato. E' importante che lo studente si convinca che la riuscita nell'attività di studio è più legata alle capacità personali, all'impegno e al tipo di compito piuttosto che a stimolazioni ed eventi esterni.
I fatti che influenzano la riuscita scolastica possono essere così schematizzati:
Fattori interni:
- abilità
- impegno
Fattori esterni:
- fortuna
- aiuto
Fattori legati al compito:
- facilità
- dimestichezza.